Questa domanda ci accompagna sempre, ovunque andiamo e qualunque cosa facciamo. Viviamo per scoprire chi siamo, anche se spesso non ce ne rendiamo conto.
Nel momento in cui la portiamo alla coscienza, la domanda inizia a lavorare profondamente dentro di noi. Ci rendiamo conto via via dell’inconsistenza delle nostre certezze, delle nostre convinzioni; ciò che crediamo di essere non è ciò che siamo… Maschere, personalità, modi di essere… veli che scompaiono man mano che procediamo avanti chiedendoci “chi sono?”.
La domanda “Chi sono Io?”, posta nella maniera giusta, produce un grande salto di consapevolezza; essa mette direttamente al centro la questione più importante: chi siamo veramente?
Siamo il nostro corpo? Siamo i nostri pensieri? Siamo le nostre emozioni?
La maggior parte delle persone vive identificata con il corpo: sente una stretta in pancia e dice “Ho fame”, come se fosse la persona stessa ad avere bisogno di cibo. Sente piacere e dice “Mi piace” confondendo se stessa con le sensazioni sensoriali.
“Chi sono Io?” è la meditazione che crea la frattura in questa identificazione. Separa ciò che siamo veramente da tutte le false identificazioni con il corpo e la mente. Essa è lo spartiacque tra una vita materiale ed una vita spirituale. Senza la conoscenza di chi siamo veramente non possiamo che correre dietro alle esigenze del corpo e della mente. Piaceri, bisogni, desideri… passiamo la maggior parte del nostro tempo a gratificare l’ego e il corpo che vogliono sopravvivere.
Ma sopravvivere non è vivere.
Senza la conoscenza di chi siamo non troveremo il vero senso della nostra esistenza. Gireremo in tondo dentro una vita che si ripete continuamente, ma soprattutto che non ci appartiene, non riconosciamo come nostra. Ecco perché la domanda ‘Chi sono Io?’ è così importante. Essa risveglia la consapevolezza di chi siamo veramente, una lucida comprensione che non siamo il corpo né la mente, che questi desideri, piaceri e bisogni non ci appartengono e non ci possono dare vera soddisfazione.
Ponendoci questa domanda compiamo il primo passo in un vero percorso di consapevolezza che ci condurrà sempre più verso la dimensione spirituale della vita e di noi stessi. Scopriremo lungo la via livelli di profondità della nostra anima sempre più straordinari, e piano piano un senso di pace e di realizzazione colmeranno quel vuoto che ora sentiamo e che deriva da una vita materiale e senza direzione.
Ciò che siamo veramente è al di là di ogni descrizione, ma è qualcosa di tangibile, di sperimentabile, che si imprime nella coscienza e rende la persona libera dai condizionamenti della mente.
‘Chi sono Io?’ è la strada maestra per questa consapevolezza universale. Passo dopo passo, come gli strati di una cipolla, i veli dell’illusione cadono e la persona realizza la propria vera natura infinita ed illimitata, libera da ogni condizionamento e perfetta così com’è.
bellissimo articolo Giacomo. Mi ricorda una vecchia frase di Cartesio “Cogito Ergo sum”.
La consapevolezza è comprendere di esistere nel qui ed ora, nell’attenzione del presente.
Sembra banale eppure a volte serve una vita per comprendere che tutto ciò che crea la nostra felicità è racchiusa semplicemente nel restare in bilico sulla linea che sta tra passato e futuro.
Grazie Mirco… in effetti i latini dicevano “Nosce te ipsum”, e sull’antichissimo tempo di Apollo a Delphi c’è la famosa iscrizione: ΓΝΩΘΙΣΑΥΤΟΝ, gnôthi sautón – conosci te stesso.
Il vero senso della vita umana è tutto lì.
Bellissimo articolo. A me porta alla mente un’espressione legata ad A. Jodorowsy, che afferma invece “Non so dove vado, ma so con chi vado
Non so dove sono, ma so che sono in me”. La presenza nel qui ed ora, così fondamentale, corrisponde a un radicamento profondo della propria esistenza corporea e della propria coscienza, unità.
Grazie Giuliana per il tuo commento prezioso…
vero: la presenza è la pietra angolare della ricerca del Sé. Se sei in grado di rimanere presente a te stessa per un tempo sufficiente, la mente si dissolve e ti apparirà la verità di chi sei.