Per alcuni di noi, le pietre sono “esseri speciali”, silenziosi ed eterni nella loro storia fatta di milioni di anni passati in solitudine, calpestati per secoli e secoli da animali o da esseri umani senza aver mai avuto uno sguardo di ricambio. Ogni pietra ha una sua storia, segni profondi e indelebili come le cicatrici sulla nostra pelle; ogni pietra ha un suo peso, una sua forma, una sua dimensione e soprattutto, un suo equilibrio.
Da questo principio, nasce il concetto dell’Arte del Rock Balancing detto più comunemente “Stone Balancing“, una disciplina mentale rivolta a porre in equilibrio pietre e massi di varie forme senza alcun supporto ulteriore a quello delle stesse forze di gravita’.
Il balancing, vuole esaltare la forma di alcune pietre in un bilanciamento a volte al limite della “fisica” per ricordarci come la nostra vita spesso viva nel precario equilibrio tra passato e il futuro.
Il balancing ha una stretta relazione con la pratica ZEN, sia nell’esecuzione che nel risultato, in quanto è essenzialmente un viatico per la meditazione, l’aumento della sensibilita’ mentale e la percezione dello scambio di energia tra il soggetto e la pietra da porre in equilibrio.
Il tempo di esecuzione non e’ prevedibile, l’energia che scorre dal soggetto alla pietra diventa via via piu’ evidente , l‘effetto rilassante per la psiche si acquisisce nel tempo grazie anche al luogo dove solitamente si esercita : mare, fiumi , ovunque vi sia acqua in movimento e silenzio.
Tutti possono praticare quest’arte, tutti possono trarne beneficio dilettandosi in questa divertente forma d’arte effimera che dà eleganza e “spirito zen” ad una pietra; poi è solo questione di pazienza, creatività e respirazione. Non c’è un trucco, non c’è magia se non quella che per creare l’equilibrio serve trovare il suo baricentro e 3 punti di appoggio dove in questo caso sono molto ravvicinati a volte nello spazio di uno o due millimetri.
La Selezione della pietra
La prima operazione è di selezione delle pietre da utilizzare ; sono solitamente sferiche o cilindriche. Almeno inizialmente devono avere un punto – che sara’ quello di appoggio in equilibrio – leggermente piano . Il formato, il peso e la struttura delle pietre sono importanti al fine di percepire se gia’ in se’ la pietra ha potenzialita’ di equilibrio corretto.
La valutazione del luogo
Anche il luogo e’ fondamentale, non solo per la quiete, i suoni e l’ambiente rilassante ma anche per la tecnica. Una base piana o semplice da ancorare, lo spazio sufficiente per poter bene osservare il risultato senza rocce o oggetti che schermano la limpidezza del risultato. E’ opportuno ricercare nelle vicinanze o sulla linea visuale alcuni punti di riferimento stabili per facilitare il “balancing”.
La fase costruttiva dell’equilibrio della pietra
Lo sviluppo dell’equilibrio richiede pazienza e concentrazione. E’ molto difficile realizzare il “rock balancing” in pubblico e l’attività è essenzialmente riservata e meditativa. La prima operazione è di selezionare la pietra dell’ancoraggio e di disporla sul luogo scelto, assestandola saldamente a terra come una superficie fondamentale. Si affronta poi il primo balancing con la pietra piu’ stabile.
È importante non predeterminare il numero di pietre e la figura con precisione, ma piuttosto prendere tali decisioni man mano che l’esercizio procede. Disporre una nuova pietra su quelle gia’ in equilibrio, richiede la risposta a cio’ che viene definito “equilibrio interno” della pietra. La disposizione di iniziale dovrebbe essere realizzata tranquillamente ma con elevato grado di risolutezza.
L’equilibrio non sarà sempre sullo stesso lato , dovra’ seguire la sensibilita’ alla gravita e alle singole forze del balancing che si va costruendo. Saprete quando ridurre il sostegno della nuova pietra man mano che l’esperienza e la sensibilita’ crescera’ in voi .
Solo quando la sensazione che la nuova pietra possa auto-gestire l’equilibrio dovrete ridurre la vostra pressione della mano in piccole fasi successive fino al completo “balancing”.
L’operazione piu’ complessa e fondamentale e’ sempre il “placing” della nuova pietra poiche’ questa dovrà prima di tutto rispettare l’equilibrio di quelle esistenti e poi costruirsi il proprio Occasionalmente il balancing di una pietra aggiuntiva potrebbe richiedere la variazione della posizione di una pietra gia’ in equilibrio. Attenzione a questa operazione , fatela se proprio e’ necessario poiche’ potrebbe minare “a ritroso” l’equilibrio complessivo raggiunto.
Il completamento dell’opera
Il completamento è legato all’estetica della struttura totale. Non si richiede un numero preciso o elevato di pietre in equilibrio, a volte i livelli estetici si raggiungono anche con poche pietre in posizioni spesso sorprendenti. Spesso le strutture realizzate a forma di fungo sono le piu’ sorprendenti ed esteticamente belle come alcuni soggtti dei quadri di Miro’.
Qualunque sia l’effetto finale si realizza con l’allontanamento della nostra mano e l’inizio della percezione visiva del risultato. E’ sorprendente l’energia positiva, rigenerante e rilassante che alcuni risultati portano a chi realizza un’opera di balancing. Fermatevi a lungo ad osservarla, da piu’ angolazioni, condividete la gioia e il momento estetico con qualcuno o se siete soli, ricordatevi di fotografarlo!
Apri la galleria di Foto di Stone Balancing di Mirco D’Incà
Mi hanno sempre stupito le immagini di pietre in equilibrio e mi domandavo chi le facesse, ma non sapevo fosse una tecnica meditativa. Bella e chiarissima la tua spiegazione, mi è venuta voglia di provarci….Grazie Mirco per questa chicca!